di Vincenzo Medde
«La storia dell’arte sarda è una disciplina molto recente e lo studio delle sue peculiarità pittoriche non riesce ancora ad avere un giusto peso internazionale». Così rileva Enrico Pusceddu nella sua tesi di dottorato presso l’Università di Barcellona un estratto della quale trovate in questo sito nell'articolo Perché la storia dell'arte sarda viene studiata solo dai Sardi?
di Maria Cristina Cannas
La figura dell’uomo capovolto nell’architrave del San Michele Arcangelo è stata variamente interpretata secondo la diffusa iconografia romanico-gotica: la caduta di Lucifero, o più in generale come simbolo della caduta umana, come acrobata. Nel Medioevo, questo atteggiamento corporeo è sempre indicativo di inferiorità, disequilibrio, non solo fisico, ma anche morale e spirituale. È un segno di un contatto col mondo degli inferi.
Scarica il PDFdi Vincenzo Medde
Grazia Deledda, I sette fratelli
«Il giornalino della Domenica», 20 novembre 1910
Nel 1909 Grazia Deledda viene interpellata dal «Giornalino della domenica» per avere la sua collaborazione al programma di pubblicare una serie di novelle che rappresentassero le caratteristiche, i costumi, le tradizioni, la storia degli abitanti delle varie regioni italiane. La Deledda, naturalmente, si sarebbe dovuta occupare della Sardegna.
di Raffaele Manca
La ricerca specifica, attivata parecchi anni fa, aveva già consentito di individuare ed acquisire i testamenti con cui, a partire da un certo Giovanni Battista, sacerdote, che materialmente aveva portato dal Convento cagliaritano di Bonaria a Norghiddo una statua della Vergine della Mercede, diversi esponenti della casata norghiddese dei Puddu avevano trasferito nel tempo, dall’uno all’altro, l’onore e l’onere della cura della chiesetta e dell’organizzazione della festa annuale della Mercede nell’ultima domenica di settembre.
Si cercava, però, insistentemente un documento riferito a tali vicende, di cui, peraltro, si conosceva già sia l’esistenza che l’incerta attribuzione ad un tal frate Sotgiu e la giacenza nell’Archivio del Convento Mercedario di Bonaria, a Cagliari.
Le copertine sarde per Il giornalino della Domenica
di Vincenzo MeddeGiuseppe Biasi, «senza dubbio il maggior pittore sardo del Novecento» (Altea 7), nato a Sassari il 23 ottobre 1885, fin dall’adolescenza si interessa alla e si esprime attraverso la grafica e in particolare attraverso la caricatura, pubblicando schizzi e vignette su giornali umoristici e goliardici universitari. È però il soggiorno di alcuni mesi a Roma nel 1905 che gli permette, solo ventenne, di entrare in contatto con artisti, intellettuali, giornali, riviste che animano il dibattito e la produzione culturale e artistica nella capitale e nel paese.
di Enrico Pusceddu
La storia dell’arte sarda è una disciplina molto recente e lo studio delle sue peculiarità pittoriche non riesce ancora ad avere un giusto peso internazionale (prescindendo dalle ovvie connessioni con l’arte catalana), perché ancora mancano adeguati studi di contestualizzazione mediterranea del fenomeno e, soprattutto, perché il catalogo del suo patrimonio artistico medievale è ancora troppo limitato perché possa avere un adeguato eco in ambito scientifico.
di Vincenzo Medde
Una presentazione animata e interattiva dei retabli, grandi opere di pittura su tavola diffuse in Spagna nei secoli XV e XVI e importate anche in Sardegna dopo la conquista catalano-aragonese. L’animazione ricostruisce il contesto storico, analizza la struttura del retablo, presenta nel dettaglio due opere: il retablo del Presepio e il retablo di San Bernardino.
di Vincenzo Medde
1. Le immagini raccolte nei musei, nei palazzi, nelle chiese non sono solo disegno, linee, colori; sono anche soggetto e racconto a cui l’artista e il committente hanno affidato un significato e una funzione. Bisogna allora studiare il punto di vista dell’artista e del committente per sapere che cosa volevano raccontare.
2. Come dice un grande storico dell’arte, Émile Mâle, non serve a nulla cercare di indovinare il punto di vista e gli obiettivi di chi ha realizzato le immagini: bisogna sapere.