4. La Chiesa cattolica, il Vaticano e Pio XII nella Polonia occupata dai nazisti
di Vincenzo Medde
PARTE PRIMA. LA CHIESA CATTOLICA NELLA POLONIA OCCUPATA DAI TEDESCHI
♦ 1. Alle origini della politica anticattolica dei nazisti
♦ 2. L’attacco e la distruzione della Chiesa cattolica polacca
♦ 3. Da Dachau al castello di Hartheim
♦ 4. A Bojanowo un campo di concentramento per le suore polacche
♦ 5. La vita religiosa quotidiana nella Polonia senza preti
♦ 6. Forme di resistenza
PARTE SECONDA. IL VATICANO, PIO XII E LA POLONIA
♦ 7. Come evitare la guerra a spese della Polonia. Le proposte del Vaticano
♦ 8. “et Papa tacet”. Il Vaticano di fronte alla distruzione della Chiesa polacca
♦ 9. Gli storici e Pio XII
♦ Conclusioni
♦ Bibliografia
3. Polonia 1939-1944. Occupazione tedesca, Resistenza polacca e Stato clandestino*
di Vincenzo Medde
Hitler poté dare inizio alla più volte annunciata invasione della Polonia una volta che i patti Molotov-Ribbentrop e i protocolli annessi, firmati il 23-24 agosto e il 28 settembre gli garantirono la sicurezza che non ci sarebbero stati attacchi da est. Alle 20.00 del 31 agosto 1939, Alfred Naujocks, un ufficiale delle SS, alla testa di un gruppo che comprendeva una dozzina di criminali ai quali era stata promessa la libertà in cambio della loro collaborazione, guidò un attacco alla stazione radio tedesca di Gleiwitz nell’Alta Slesia.
Indice
1. L’invasione tedesca e il mancato intervento dei Francesi e degli Inglesi
2. L’occupazione e l’organizzazione dei territori polacchi
3. Germanizzazione e depolonizzazione
4. L’impatto distruttivo dell’occupazione tedesca
5. Stato clandestino e Resistenza
Note biografiche Bibliografia
Il pogrom di Leopoli*, 22-25 novembre 1918
di Vincenzo Medde
Claudio Magris, nell’introduzione al romanzo di Israel Joshua Singer I fratelli Ashkenazi, ha scritto: «Per Singer il romanzo sembra essere anzitutto un’opera di storia». A riprova della validità di tale osservazione e, comunque, per un significativo confronto, riproduco qui sotto prima la ricostruzione storica del pogrom di Leopoli del 22-25 novembre 1918 di Jeffrey Veidlinger, professore di Storia e Studi giudaici alla University of Michigan, e poi la narrazione che ne ha fatto Israel Joshua Singer nel romanzo I fratelli Ashkenazi.
Francesca Sanna Sulis, un’imprenditrice illuminata nella Sardegna del Settecento
di Paola Manca
Francesca Sanna Sulis, nobildonna di Muravera – riscoperta da un appassionato studio di Lucio Spiga pubblicato nel 2004 – è stata un’intraprendente donna d’affari dalla mentalità illuminata nella Sardegna del Settecento, a lungo amministrata da G.B. Lorenzo Bogino, ministro per gli Affari di Sardegna di Carlo Emanuele III. Nata a Muravera (SU) nel 1716 in una famiglia di ricchi possidenti – il padre Francesco Sulis apparteneva ad una potente famiglia del Sarrabus, la madre Caterina Porcella era una nobile di Quartucciu (CA) – Francesca ricevette un’educazione aperta, con a disposizione i libri di una ricca biblioteca e venne coinvolta nella gestione delle proprietà di famiglia a Muravera e Quartucciu, fino a quando, morto il padre, il fratello maggiore non si occupò direttamente dell’amministrazione dei beni.
2. La Polonia e i patti nazi-sovietici del 1939
di Vincenzo Medde
Nel 1939, a vent’anni dalla riconquista dell’indipendenza, né i Tedeschi né i Sovietici intendevano riconoscere e rispettare l’integrità territoriale e la sovranità della Polonia, mentre per Britannici e Francesi i diritti della Repubblica polacca risultavano prevalentemente subordinati ai rispettivi interessi strategici e geopolitici. Non c’è da meravigliarsi se i Polacchi sentivano di operare su un crinale ai lati del quale li attendeva la catastrofe: perdita dell’indipendenza, sterminio delle élites, immani distruzioni fisiche.
1. Polonia 1918-1939. La rinascita della Polonia indipendente
di Vincenzo Medde
I Polacchi, quasi all’improvviso, in ogni caso impreparati, si ritrovarono liberi da occupanti stranieri, ma senza un governo e un esercito in grado di sostituire il governo e l’amministrazione dei poteri stranieri dissolti. Vi furono bensì dei tentativi di creare commissioni e governi provvisori, ma erano tutti privi di un riconoscimento diffuso e condiviso, per cui si cadde quasi in uno stato di anarchia. Ma agli inizi di novembre 1918 accadde un fatto che avrebbe impresso alla storia polacca una nuova direzione: il 10 novembre arrivò a Varsavia il maresciallo Józef Piłsudski, che il giorno precedente era stato liberato dal nuovo governo socialdemocratico che si era formato a Berlino.
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